mercoledì 26 ottobre 2011

L'ultima curva del Sic


Siamo in molti a cercare la curva perfetta, nella vita. Dovrebbe essere, nel pensare comune, una semplice porzione di strada che svolta, ma c’è curva e curva, cazzo… C’è la curva in fondo al rettilineo, c’è quella cui ne segue un’altra, c’è la parabolica o quella che ti butta fuori. Tu dai gas, freni, cerchi di stare in piedi e subito dopo ti butti giù fino a sentire il ginocchio che sfrega sull’asfalto e immagini le scintille mentre la pedivella ci si consuma.
Confesso, sono in lutto. Non da tifoso, perché non lo sono.
Semplicemente da uomo che adora le curve, che adora farle, che ha visto cadere una specie di fratello che era un maestro nel disegnarle, anche nella vita.
Vita pulita, come solo i campioni dell’essere e del fare possono avere.
Ieri, in un bar, una ragazza mi ha detto che avrei dovuto essere in lutto anche per le vittime del terremoto.
O di una carestia, ho aggiunto io, o degli incidenti stradali, di quelli sul lavoro, dei malati, dei derelitti.
È vero, Sic non sapeva chi sono.
E come faceva? Non ho mai neppure incrociato il suo sguardo e anche se fosse avvenuto sarebbe stato un lampo tra migliaia di facce che ogni giorno si trovava davanti e che gli chiedevano di firmargli il casco, la giacca, un post-it, la mano.
Se fossi morto io, in una curva, in un ospedale o sotto le macerie, lui non l’avrebbe nemmeno saputo…
Ma questa è la vita. E lui era un campione e se non ci fosse stato, io credo, il suo posto sarebbe rimasto vuoto perché una persona così è insostituibile.
Per questo sono in lutto e per questo domani, con la mia Giessona, a dargli l’ultimo saluto io ci vado.


Magari mi vede e ricambia perché tra gente che ama le curve, in fondo, ci si conosce un po’ tutti…

Copyright © Lorenzo Borselli tutti i diritti riservati

9 commenti:

  1. Lorenzo...interpreti fedelmente anche il mio sentimento, sono addolorato. Non , come ti definisci anche te, da tifoso, perché non lo sono, non lo sono mai stato x nessuno e per qualunque cosa, dallo sport alla politica, .
    Semplicemente da uomo che adora la vita, la vita semplice , ma piena di sogni, sogni puliti, sogni che..se ti impegni li puoi realizzare e, MARCO con i suoi 24 anni mi rappresentava , ai tempi di oggi una rarità, un simbolo di schiettezza, positività, di impegno a far bene...ridendoci su !!!
    Credo che ...porterai un saluto al SIC anche da parte mia, offrendoti affettuosamente la solita pacca sulla spalla!! un lampeggio, Carlo

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  2. Caro Lorenzo,
    da domenica mi trovo in uno stato catatonico, inspiegabile. Porto allo stomaco quella morsa che mi ha preso quando mia moglie mi ha detto di Marco, mentre infilavo il boccone in bocca. Quel boccone non è mai sceso.
    E' uno stato involontario, che non mi spiego e che non ho provato nemmeno quando quel 11 giugno di tre anni fa mi chiamò mia madre per dirmi che mio cugino era morto in moto: un guardrail l'aveva fatto in mille pezzi.
    Forse perchè quella morte l'abbiamo avuta sotto gli occhi, perchè ce lo hanno fatto rivedere in mille salse, d'altronde pur di fare odience si sbatte un corpo ridotto in 54 pezzi nella prima pagina com'è accaduto per mio cugino.
    Che sia qualcosa che riaffiora da allora? I lutti si vivono in mille modi, c'è chi li nasconde dietro a un sorriso e chi li annega nelle lacrime.
    Paolo, il padre di Marco, mi ha sconvolto, ho imparato più in quei cinque minuti d'intervista che in una vita.
    Ho voluto fuggire da questo mondo, lo sai, ultimamente non guardavo nemmeno più le gare anche se è difficile.
    Niccolò il mio più grande cavalca già la minimoto, ma mi sono accorto che l'ansia che provo quando lo vedo andare è terribile, delle prime cadute poi non ne parliamo... E' difficile capire se quella è la tua passione o se veramente è la sua anche se riconosco mio figlio neli racconti di Paolo: le competizioni per ogni cosa e qualsiasi pilota veda in prima posizione dice di essere lui...
    Caro Marco, se penso a quella sera che non ho preso un sacchetto di patatine dallo scaffale perchè c'era la tua foto... ora mi sento in colpa perchè forse era più invidia che "antipatia" ora che ti ho conosciuto un pochino di più, capisco quanto molto altro ci sia stato dietro a quel poco che ci hanno fatto conoscere di te.

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  3. non credo di poter dire cosa veramente provo mentre mi scendono ancora le lacrime..mentre si annebbia la vista con la sua immagine davanti, quel sorriso pulito e scanzonato di ragazzo buono innamorato della vita come degli amici, ma soprattutto del volare libero con la sua moto.non riesco a dire come sia vuoto quel posto che lascia in me che ho già pagato e so cosa significa..so come ci si sente a scoprire che il tuo migliore amico, che non ti risponde al telefono da due giorni, in realtà è scampato alla morte per un soffio di vento. so come ci si sente a perdere parte di se...no non riesco a descrivere, da uomo semplice e da motociclista scalcinato, come suonerà vuoto quello spazio che un ragazzo così lascia nell'animo di chi ama "le curve", come dice mio fratello Lorenzo, molto meglio di me, e soprattutto chi si lega sensibilmente a quel modo semplice che aveva Marco di affrontare tutte le difficoltà. Fossero anche esse dettate dall'arroganza di alcuni colleghi. Amo la moto e seguo il motomondiale e quindi seguirò fino alla fine le sorti del Mito Valentino dopodichè abbandonerò questa passione perchè il suo futuro, è andato via in quella curva....Addio...

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  4. Sembra così lontano, quel mio appuntamento con la morte di 8 anni fa...

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  5. Caro Lorenzo
    cosa successe 8anni fa me lo potresti dire

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  6. Si vive di più andando cinque minuti al massimo su una moto, di quanto non faccia certa gente in una vita intera. Sic......

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  7. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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